ORO IN CITTA’ di Andrea Bocchi

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Siamo in tarda Primavera, le giornate incominciano a riscaldarsi ed il sole è sempre più limpido. Tra ponti e palazzi c’è ancora quell’aria pronta a rinfrescare il cambio di luce, si sente l’odore del pane e il caos del traffico: siamo in città, siamo a Roma, siamo sul biondo Tevere alla ricerca del Cavedano. La Primavera si sa risveglia un po’ tutti i bacini d’acqua, dal mare al fiume, la fauna si muove in cerca di spot,  alla ricerca di cibo e alcune specie iniziano invece la danza dell’amore. Il Cavedano è sicuramente uno dei pesci che più ne risente in questo periodo, come tutti i ciprinidi a seconda della portata d’acqua e temperatura va in frega in momenti diversi sul grande Fiume Tevere. In città l’acqua ancora tentenna a riscaldarsi e a causa delle fortissime piogge cadute nelle settimane precedenti insieme alla grande quantità di neve sulle montagne del Lazio generano fortissime correnti a valle, il livello molto alto e la sua torbidità rendono ancora più complicata la ricerca del Cavedano. In questo periodo sia pre-frega che post-frega il nostro amico ciprinide adora stazionare dove il rigiro di corrente è più forte, quindi l’obiettivo è quello di trovare piccoli ostacoli, cascatelle o sassi semi-emergenti e pescare con varie soluzioni, passando da piccoli crank a piccoli / medi rotanti.
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In questo periodo dell’anno il Cavedano è alla ricerca di piccolo foraggio mosso dal riscaldamento dell’acqua, quindi imitare il più possibile pesciolini in difficoltà è la scelta giusta. Muoversi comodi in città è una cosa importante, spesso una tracollina o piccoli marsupi sono le scelte adeguate per le nostre pescate in “street”, nella mia “lure-box” porto con me gli ormai pluri-testati Ryuki 50s e i Ryuki Spinner 5gr di casa Duo, alcune novità di Damiki come l’Era 55, il Disco Deep 38f e i Sokil 55, piccoli crank per intercettarli nella fascia più bassa del fiume. Come canna scelgo di portarmi con me la St. Croix Legend Elite Panfish 70LXF da 5gr, perfetta per lavorare sia piccoli rotanti, jerketti e testine in corrente. Insomma si cerca di portare con se l’attrezzatura più polivalente possibile ma necessaria per coprire varie situazione di pesca. L’acqua torbida chiama vibrazioni, iniziamo a pescare dove la corrente è meno forte alla ricerca di qualche big fuori dal branco, per iniziare usiamo il Damiki Era 55, un piccolo e compatto minnow da 5,5 cm colorazione naturale, dalla buona lanciabilià, difatti già dai primi lanci inizio a capire il potenziale di questo piccolo artificiale, grande oscillazione e nuoto naturale, capace di tenere anche correnti moderate ed è sicuramente un grande artificiale per il fiume Tevere. Tracolla in spalla, canna in mano e si scende lungo gli argini del fiume alla ricerca di qualche buono spot primaverile, diversi passi più a monte vedo subito un bel rigiro di corrente e al terzo lancio l’Era 55 buca subito un bel Cavedano, il primo di queste avventure in città. Foto di rito e subito in acqua, sparisce subito nella corrente, torbida e forte… ancora con la canna tra le mani penso a quanto sia bello pescare questi pesci con attrezzatura ultralight, la loro potenza sul combattimento è pari a predatori dalla mole ben più grande. Sapendo che la giornata era appena iniziata continuo a sondare fuori dalla corrente, l’esperienza mi dice che spesso il Cavedano si raggruppa in branchi e che dopo diverse catture questo si allontani, insospettito o intimorito dalla pressione di pesca, da li altri 3 Cavedani cadono vittima della stessa esca sempre nel medesimo posto. Il Cavedano è uno dei pesci più sospettosi, furbi e maliziosi che si trovano in acqua dolce, specialmente in piccoli e limpidi corsi d’acqua, spesso il solo avvicinarsi alla sponda o semplici schiamazzi li rende ancora più sospettosi ignorando completamente l’esca.
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Decido cosi di spostarmi per far respirare un po’ lo spot, magari tornandoci più tardi o nei giorni seguenti, mi inoltro così sempre più a monte alla ricerca di correnti e di ostacoli, Roma offre scenari completamente differenti tra loro, passare da location a contatto con la storia a spot ricchi di verde non è raro, inoltre grazie alle sue sponde cittadine si riesce a spostarsi velocemente a piedi senza l’ausilio a volte della macchina. Tra rovi, piante e piste ciclabili riusciamo a ritrovarci in uno dei più frequentati spot romani, famoso per le sue correnti, questa volta però la situazione è più complessa perché la nostra “zona di pesca” è ben più distante dalla sponda e sicuramente il peso di un classico minnow da 5cm non riuscirebbe ad entrare nella “strike-zone”. Opto cosi di montare il Duo Ryuki Spinner da 5gr, un piccolo classico rotante rivisitato dalla casa giapponese che grazie alla sua estrema lanciabilità riesco ad arrivare dove prima non riuscivo, entra in corrente e subito pesce in canna. Si sa nel Tevere non si sa mai cosa si ha dall’altro capo della lenza e infatti dal combattimento sento che non si tratta di un Cavedano, ma bensì di una Cheppia (Alosa Fallax) che proprio in questo periodo risale il fiume per la frega, un pesce molto delicato ma potente dalla colorazione argentea, dopo averlo fatto stare qualche minuto in acqua nel guadino foto di rito e subito libera in corrente. Lo spot è quello giusto e il sole inizia a salire, la luce è sempre più forte e decido di dare ancora fiducia alle vibrazioni e bagliori del Ryuki Spinner, qualche lancio e nuovamente canna in piega, questa volta la botta è quella giusta, quello che cercavo…il Cavedano. Dopo un bellissimo combattimento entra nel guadino, lo ammiro e mi rendo conto di quanto sia valida questa esca, forse senza il Ryuki Spinner non sarei mai arrivato in quel punto, foto di rito e nuovamente in acqua. Entusiasta continuo a “martellare” con lo Spinner, dopo qualche lancio nuovamente botta in canna, ancora una volta un bellissimo Cavedano teverino, guardo il mio compagno di avventura e con il sorriso in volto gli faccio capire di continuare a lanciare li nella corrente più forte, è il momento giusto e neanche il tempo di dirlo che anche lui incanna un bellissimo cavedano proprio alla fine del tratto. Dopo diversi pesci vediamo che l’attività va piano piano a diminuire e decidiamo cosi di cambiare approccio, in effetti anche la corrente era cambiata, ci spostiamo qualche metro e proviamo dove l’acqua è più ferma, sappiamo che non è ancora tempo di top water ma sicuramente l’assenza di corrente ci obbliga a scendere un po’ di più. Decido di montare un crank, il Sokil 55 di Damiki, noto subito una grande vibrazione in canna e ottimista del risultato sondo ogni zona, non passa molto tempo prima che la Legend Elite Panfish va nuovamente in piega, un bellissimo cavedano attacca il Sokil, come sempre un bellissimo combattimento e pesce in guadino, foto di rito e “release” in acqua.
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Sono passate molte ore dall’inizio di questa avventura e decidiamo di fermarci un po’, abbiamo fatto tanti pesci e sicuramente tanti chilometri sia a piedi che in auto, la soddisfazione è tanta. Osservare il biondo Tevere e mangiare un bel panino fa pensare a quanto sia bello lo street fishing, quel “movimento” che ti permette di stare a contatto con la pesca senza tralasciare tutte le comodità e servizi che può offrire una città come Roma. Il Cavedano è una delle tante specie che si possono insidiare nello “street fishing”, forse il più presente durante l’anno, che a seconda della stagione vuole tecniche e approcci differenti, senza tralasciare la calda stagione estiva dove la pesca a top water con piccoli popper, wtd e siliconici galleggianti come i Realis Koninmushi floating diventa un vero e proprio spasso nelle zone d’acqua più calme. Possiamo concludere che la ricerca del Cavedano è forse la più semplice e genuina se affrontata con le giuste attrezzature ma anche difficile e controversa se non si sa “leggere” bene la corrente…per chi come me che tanti anni fa a iniziato a muovere i primi passi a spinning proprio con questi pesci, sono e rimarranno sempre dei predatori fantastici da pescare, che sia primavera o autunno passando per l’estate, sono in certe situazione come oro in città.
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