LIGHT GAME TRA SCHIUMA E BONACCIA di Andrea Bocchi

È arrivata l’estate, tra lettini, ombrelloni e tanto tanto caldo, con essa anche la stagione del light game in mare alla ricerca di piccoli e medi predatori del sotto costa. Con la temperatura dell’acqua in aumento la presenza dei predatori aumenta vertiginosamente perché spinti dal foraggio in avvicinamento.
E’ come se fosse una grande catena alimentare in continua frenesia ed è uno dei momenti migliori per scoprire la bellezza e la semplicità del light game da terra.

Nella stagione estiva il meteo marino è spesso caratterizzato da giornate con mare calmo o poco mosso e al di fuori della pesca al serra o delle mangianze estive da imbarcazione, il mondo del vero spinning in mare vive una fase di stallo, facendoci sognare l’arrivo veloce delle grosse mareggiate invernali. Ma il light game è un modo per continuare a insidiare prede (a volte anche molto ambite) anche nelle calde e tranquille giornate estive.

Questa meravigliosa tecnica prende molto spunto dal mondo “Japan” dove la continua ricerca della perfezione ha portato con il tempo a sviluppare prodotti perfetti anche per il nostro mare, il Mediterraneo.

Partiamo dalle basi, cosa ci occorre? Dove praticarlo?
Cercherò di farvi innamorare di questa tecnica, attraverso piccoli consigli e guide all’acquisto, per ottimizzare al meglio le nostre brevi sessioni dedicate a questa splendida tecnica.

Innanzitutto per praticare questa pesca abbiamo bisogno di un sistema pescante leggero, canne che variano da massimo 7gr a circa 15gr a seconda delle esigenze e profondità da coprire.

Lanceremo in acqua un enorme varietà di esche cercando sempre di raggiungere distanze notevoli. Abbiamo perciò bisogno di un’attrezzatura light, solitamente una 2-10gr o una 5-15gr con azione MF (medium-fast). Queste canne, sono perfette per coprire tante situazioni, dal metal jig al jerk passando per la classica gommina. Andremo quindi ad abbinarci un mulinello di taglia 2500/3000 imbobinato con una treccia veramente sottile; parliamo di diametri che oscillano tra lo 0,08mm allo 0,12mm e possibilmente 8/12 capi. Per finire, un finale in fluorocarbon dello 0,25 può andare bene per coprire diverse situazioni di mare calmo e mosso.

La nostra azione di pesca sarà quella di individuare postazioni o scogliere con presenza di bacini coperti, piccole foci e basse scogliere sommerse. Sono spot dove le nostre prede amano cacciare il piccolo foraggio in difficoltà. Per prede intendiamo quasi tutto, su e giù per lo stivale abbiamo un’infinità di predatori da insidiare, i più fortunati avranno a che fare anche con piccole ricciole e cernie brune, per chi come me ha grandi distese di sabbia e fondali poco profondi possiamo sicuramente parlare di: sugherelli, occhiate, saraghi, spigole, aguglie, lecce stella e sparidi in generale.

Generalmente le ore migliori sono i cambi luce, quasi come ogni pesca.
Al sorgere del sole infatti, molto spesso, troviamo una grande attività, una massiccia presenza di sugherelli (un piccolo predatore della famiglia dei carangidi nostrani vorace di piccolo foraggio) e piccole spigole a spasso nel basso fondale. Spesso il sugarello si imbranca e crea delle vere e proprie mangianze, dove a volte a fare festa sono anche piccoli serra attirati dal fracasso in acqua.

Il light game può coprire ogni fascia d’acqua, si parte sempre alla ricerca di pesce attivo in superfice con piccoli wtd, lipless e metal jig lavorati velocemente, per passare poi a piccoli jerk da 4 a 6cm che emettono più vibrazioni ma risultano essere più irregolari e lenti rispetto un classico metal jig.

Ultimo ma non per importanza è la ricerca a terra con piccoli siliconici e metal jig compatti, in queste situazioni può avvenire di tutto, dall’orata alla marmora passando per il sugarello e spigola in caccia il fondale.

Sicuramente in questa pesca l’utilizzo del metal jig la fa da padrone, piccoli artificiali metallici compatti dalla grande lanciabilità, capaci ci lavorare sia tra le onde sia sui fondali più profondi. Il loro peso nel light game oscilla tra i 5 e 15gr e le forme possono essere slanciate o più compatte, o addirittura in alcuni casi elaborati caratterizzando la loro discesa in acqua. La variante “slow” è tra le più attrattive, la loro discesa a “farfalla” riesce ad attirare tanti predatori, è importante avere il contatto sempre con l’esca. Personalmente trovo fantastica la serie Tetra Works Tetra Jig e il Drag Metal Cast Slow da 15gr, di casa DUO, per le profondità più esigenti.

L’artificiale che però seleziona in alcune situazioni è sicuramente il classico jerk compatto, possibilmente sinking. Queste sono le caratteristiche importanti per questa tecnica, grande lanciabilità e nuoto erratico. Solitamente il jerk da trota torrente vanno benissimo per questi usi, le dimensioni consigliate sono 4-5 e 6cm, le colorazioni il più possibile naturali o in caso di pesca notturna il classico bianco opaco. Parliamo di jerkbait perché è un tipo di azione che stimola la reazione del predatore sia in acqua ferma sia in acqua movimentata, si perché il light game trova una grande importanza anche durante piccole mareggiate o condizioni di scaduta. Specialmente le spigole e i saraghi amano cacciare sulle basse scogliere sommerse alla ricerca di piccoli pesci o gamberi in difficolta tra la schiuma, la scelta della paletta e della sua affondabilità è la chiave della pescata. Nella mia “lure case” non possono mai mancare i Damiki Era 55s, DUO Tetra-Works Toto 48HS, Yurameki e i DUO Spearhead Ryuki 51S / 60S.

L’approccio con la gomma è un’alternativa alla ricerca di predatori e non delle nostre coste, in questo caso a volte molto vicino alla tecnica da light rock ma per certi versi diversa. Il silicone va lavorato più lento e il nuoto sinuoso a contatto con il fondo attira a se numerose specie di pesci, tra cui i grufolatori o sparidi. Orate e mormore nelle ore notturne escono alla ricerca di piccoli gamberetti, granchi di sabbia e piccoli invertebrati sulle zone sabbiose, causa la poca luce non è raro imbattersi in queste specie, ingannate dalle vibrazioni a terra. Questi pesci in realtà vengono attirati lavorando a “dente di sega” con delle piccole pause o strusciando sia il metal jig che la gomma sulla sabbia. I nostri spot sono sicuramente le uscite dei porti, piccole foci o la presenza di gradini marcati su sabbia, in poche parole sono i classici spot di chi pratica “surf casting”. Nel panorama giapponese la gomma è un must per la ricerca di questa tipologia di pesci. Alcune aziende del Sol Levante hanno realizzato delle linea di prodotti dedicate a queste tecniche denominandole “aji/mebaru game”. Tetra-Works è la linea specifica proposta da DUO. I modelli Pipin e Burny sono i cavalli di battaglia, personalmente ho trovato i Pipin pazzeschi per la ricerca del sugarello e i Burny per le mormore su sabbia, aromatizzati e caratterizzati dalle loro colorazioni UV e GLOW.

Il light game è modo alternativo per vivere lo spinning in estate, dove tutto sembra fermo ma in realtà di fermo ci sono solamente le nostre convinzioni. Un modo a volte semplice e poco laborioso per scendere in scogliere e cercare qualche piccolo predatore per dare un po’ di freschezza alla calda stagione.

NB. Ricordiamo inoltre di rispettare il buon senso in spiaggia, di non inquinare e di informarsi dapprima sulle fasce orarie consentite per la pratica della pesca sportiva nella stagione balneare della propria regione.