BASS A GALLA di Nicholas Micheletti
Estate: il trionfo del Topwater. Affrontalo con queste NUOVE ARMI!

L’estate è una grande stagione per la pesca del bass. In questo periodo la temperatura dell’acqua raggiunge i valori massimi annuali, dunque il suo metabolismo è molto accelerato. Ciò implica per il pesce di doversi nutrire di più rispetto ad altre fasi dell’anno, e anche con maggiore voracità.
Non sorprende quindi che questa sia considerata la stagione regina per la pesca topwater: sebbene, infatti, non sempre sia facile trovare il pesce negli strati superficiali, nei momenti in cui vi si posiziona i suoi ritmi metabolici accelerati lo portano a non farsi alcun problema a rompere la superficie dell’acqua per cacciare una preda. Questo tipo di pesca, oltre ad essere uno dei più divertenti (poche cose al mondo regalano l’adrenalina di una mangiata cattiva a galla!) è anche uno dei metodi che possono rivelarsi più redditizi in estate se si cercano pesci molto grossi, praticamente in qualsiasi tipo di ambiente. Il motivo è dettato in parte dal fatto che il bass, quando si trova a cacciare dal basso verso l’alto, distingue con maggiore fatica i dettagli rispetto a quando si trova in posizione opposta. Il big, si sa, è spesso più scaltro e diffidente rispetto agli altri pesci di taglia più piccola, quindi non sorprende il fatto che una gran quantità di pesci oversize vengano catturati proprio a topwater in questa stagione. In questo articolo mostrerò alcune novità assolute del mercato per quanto riguarda le esche di questa categoria, quindi in grado di darci una marcia in più anche quando si pesca in ambienti pressati, dove spesso si deve proporre al pesce un qualcosa di diverso rispetto a quello che è abituato a vedere. In ogni caso, ricordiamoci sempre che come ho già accennato, in estate non ogni momento della giornata potrà rivelarsi molto produttivo per pescare a topwater. Solitamente, i momenti di luce bassa si rivelano i più redditizi, quindi alba e tramonto in primis (specie in casi in cui la giornata è stata perlopiù soleggiata), ma anche durante gli annuvolamenti e non dimentichiamoci assolutamente della notte. Questi momenti pongono le condizioni ideali perché il bass salga ad alimentarsi verso la superficie in estate. Detto questo, comunque, non escludiamo a prescindere nessun momento della giornata, perché mi è capitato in molteplici occasioni di fare grandi catture anche col sole alto. In questo scenario, però, spesso un fattore determinante lo giocano le zone d’ombra: qui, per l’appunto, la penetrazione della luce in acqua è minore ed è dunque importante concentrarci su questi spot. In ogni caso, di seguito vi mostrerò alcuni topwater rigidi che come ho già accennato, rappresentano una noività assoluta sul mercato italiano, e che ho avuto modo di testare in diverse situazioni. Le esche in questione fanno parte della linea di RAID JAPAN, una delle aziende più rinomate nel paese del Sol Levante per quanto riguarda qualità costruttive ed efficacia in pesca, anche e soprattutto riguardo la ricerca dei Lunker Bass. Ognuna di queste esche è stata progettata nei minimi dettagli per avere un’azione unica, e descriverò, per ognuno di questi modelli, il tipo di impiego che mi ha permesso di fare la differenza su altre esche.
Dodge
Da diversi anni, dal Giappone agli Stati Uniti passando per l’Europa, la categoria dei crawler è stata ampiamente rivalutata in quanto ha dimostrato di disporre di un potenziale enorme in determinate situazioni. Nello specifico, i modelli rigidi di taglia importante si sono rivelati letali nei confronti di bass molto grossi.
Il DODGE di Raid è universalmente conosciuto come uno dei Crawler più redditizi e di più alta qualità reperibili in commercio, e per proporre al pesce una silhouette ancora più vistosa è disponibile anche nella versione “maggiorata” DEKA DODGE. Indipendentemente dalla versione, questo è un tipo di esca che crea un profilo sulla superficie dell’acqua che il bass (e soprattutto il bass grosso) difficilmente riesce ad ignorare. Il suo movimento a galla simula una preda di generose dimensioni che si muove lentamente sulla superficie dell’acqua, quindi un bersaglio facile, ed in più in costante movimento, quindi difficilmente ispezionabile. La sua immagine è anche arricchita dalle due ancorette piumate di cui è dotato. Non ultimo, il “gorgoglio” che produce a galla è un ulteriore aspetto attrattivo dell’esca. Adoperabile in una miriade di situazioni, dà solitamente il meglio di sé in condizioni di luce bassa, come all’alba e al tramonto, ed è anche una top choice per la pesca di notte. Come si può intuire ha dalla sua anche una discreta facilità di utilizzo, dato che sebbene non sia l’unico tipo di recupero impiegabile, in molti casi casi non servirà nient’altro che farlo procedere in modo lento e costante.
Per quanto riguarda l’attrezzatura, uso quest’esca, come del resto con quasi tutte le altre hard bait topwater, esclusivamente con il Nylon. Questa tipologia di filo infatti, risultando galleggiante, ci permetterà di impiegare le nostre esche topwater nel migliore dei modi. In più, l’elasticità del nylon ci farà anche slamare meno pesci rispetto ad altri tipi di lenza più rigida. La mia scelta di fiducia cade sul Toray Big Bass Fluoro, che solitamente impiego nella versione da 16lb. Per il Dodge e da 20Lb. Per il Deka Dodge.
Dato che raramente impartiremo a queste esche movimenti erratici, potremo montarle su canne dall’azione moderata, in grado quindi di slamare meno pesci pescando con le ancorette. Non a caso ho usato la St. Croix LGC610MHM con il Dodge e la MJC711HMF con il Deka Dodge.

“Questo bass è stato chiamato fuori da degli erbai sommersi dal rumore e dal movimento del Deka Dodge. Col suo volume importante quest’esca non passa inosservata neanche al pesce che dovesse riparsi in cover.”
Scratch
La prossima esca di cui voglio parlare è lo SCRATCH. A prima vista può sembrare semplicemente una wake bait di taglia media, ma vi garantisco, è molto di più. Sebbene, infatti, questo modello sia fenomenale se adottato con un recupero costante, personalmente ho avuto risultati sbalorditivi anche“walkandolo” sulla superficie come se fosse una rana hollow belly, con il vantaggio che stiamo pescando con un’esca dotata di ancorette, quindi molto efficace anche nelle situazioni in cui il pesce dovesse “gorgare” l’esca sulla superficie senza necessariamente ingoiarla. Quando impiegata in questo modo, i sue due incavi e protuberanze posti sui lati della testa agiscono insieme all’elica di cui è dotato per provocare sulla superficie dell’acqua turbolenza, bollicine e spruzzi d’acqua. Questo è il movimento che preferisco quando il pesce è “inchiodato” da condizioni meteo non ottimali, come ad esempio sole a picco e assenza di vento, ma può ovviamente dare risultati anche in situazioni di maggiore attività.
Detto questo lo Scratch resta una Wake Bait di efficacia indiscussa, e non solo con recuperi lenti. Una caratteristica di importanza sicuramente non secondaria è data anche dal materiale e dalla forma della paletta, essendo del tipo “circuit board” quindi pressoché infrangibile, e di forma squadrata, il che ci permette di colpire durante il recupero oggetti come ad esempio rami o sassi senza correre troppi rischi di rimanere incagliati con le ancorette. Ricordiamoci infatti che molto spesso, far urtare la nostra esca contro la cover è uno dei metodi più efficaci per scatenare un attacco di reazione.
Quest’esca è da impiegarsi con un monofilo Nylon non inferiore alle 14 libbre. Usata come classica Wake Bait, la “solita” St. Croix LGC610MHM potrà fare al caso nostro per le minori chance di slamatura, mentre se desideriamo walkare l’esca, usare una canna più pronta come la LBC71MHF ci permetterà di farlo con minor fatica.
“Nonostante le condizioni di sole alto e totale apatia, questo bass è stato convinto all’attacco dallo Scratch impiegato con azione side-to-side.”
Two Side
Se fino ad ora abbiamo parlato di esche dal profilo decisamente voluminoso, passiamo adesso ad un modello di misura più contenuta, il TWO SIDE. A prima vista, quest’esca può sembrare una specie di incrocio tra un popper e un propeller, ma in realtà produce un’azione non comparabile con nessuna di queste categorie. Il Two Side, infatti, impiegato con piccole twitchate, eseguirà sulla superficie un movimento side-to-side (da qui il nome dell’esca) molto particolare perché influenzato dall’elica posizionata in coda. Come abbiamo visto si tratta di un topwater di taglia contenuta, dunque agli occhi del bass una vera e propria “caramella” che difficilmente riuscirà a non provare a mangiare. Date queste caratteristiche, il Two Side potrà rivelarsi risolutivo in tutte quelle situazioni nelle quali un topwater più voluminoso proprio non riuscisse a smuovere il pesce, quindi anche in condizioni di pesce sospettoso e/o di acqua limpida.
E’ un’esca impiegabile anche a spinning nel caso si debba preferire la distanza di lancio alla precisione. Utilizzo quest’esca con un nylon da 8 libbre sulla canna da spinning, e da 10 su quella da casting. Le canne su cui lo impiego sono le seguenti: St. Croix ES63MXF e EC610MF.
Killer-D
Chiudiamo questo articolo con un’esca che, ad una prima occhiata, può avere un profilo poco ortodosso, ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze, perché il KILLER-D ha grandissime potenzialità! Quest’esca riprende la forma e, a grandi linee, le caratteristiche dello storico topwater “vintage” Big Bud di Heddon, ma di fatto riproponendola in chiave più moderna, più accattivante e, di fatto, dotata di migliorie non da poco rispetto al capostipite. Si tratta di topwater la cui finalità è quella di creare notevole disturbo e rumore, così da indurre il bass a una mangiata di reazione. Nessun aspetto di quest’esca è stato lasciato al caso: per prima cosa, la parte terminale del corpo non è semplicemente “mozzata”, ma crea un incavo che accentua l’azione della paletta posta in coda. Quest’ultima al contrario, anziché essere concava, è perfettamente piatta e realizzata in bronzo, così da “sbattere” letteralmente contro i lati dell’esca ad ogni movimento generando così un rumore molto particolare e altamente atttraente per il bass. Anche il materiale del corpo è stato studiato nel dettaglio, in modo da emettere il giusto “suono” ad ogni contatto. Gli anelli che portano gli split ring delle ancorette sono stati appositamente ribassati, e la paletta, anziché in plastica, è metallica e squadrata. Questo dona un perfetto bilanciamento all’esca e il giusto movimento, nonché, come già abbiamo visto parlando dello Scratch, una ottima capacità di evitare gli incagli anche urtando la cover. All’anellino di testa è stata appositamente collegata una bacchettina metallica, che eviterà qualsiasi usura del filo in caso di sfregamento con la paletta. Come vedete si tratta di un’esca studiata nel minimo dettaglio, e con potenzialità altissime nello smuovere pesci molto grossi. Dato il rumore e le vibrazioni che emette, può essere impiegata anche in condizioni di vento, situazione nella quale pochi topwater riescono a risultare produttivi.
Così come il dodge, dispone di un grande appeal anche per la pesca notturna, e comunque, a causa della sua azione praticamente unica, in tutte quelle situazioni in cui altri tipi di approcci non stiano dando risultati. Altro punto in comune con lo scratch, il fatto di poter rendere sia con recuperi costanti che con movimento side-to-side. Impiego quest’esca sulla St. Croix TBC71MHF montata con il Toray Big Bass Nylon da 20 libbre.
“Il Killer-D è un’esca che, nonostante il profilo particolare, in molte condizioni è in grado di smuovere pesci apparentemente indisposti a reagire a presentazioni più classiche. Sebbene trovi tra le sue applicazioni ideali condizioni di vento o luce bassa, si può rivelare letale anche in caso di giornate soleggiate e meteorologicamente statiche. Può essere manovrato anche nei pressi di cover rigide senza troppi rischi di incaglio grazie alla sua particolare palettta, e si adatta a molteplici tipi di recupero.”